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I nuovi italiani a Siena: dall’integrazione all’interazione

    Mart­edì 21 Giugno 2011 19:53

    Banca Monte dei Paschi e l’Associazione Corte dei Mira­coli a con­fronto con enti e isti­tuzioni locali sul tema dell’immigrazione
    Circa 30.000 i migranti  in provin­cia di Siena, che rap­p­re­sen­tano il 10% della popo­lazione com­p­lessiva con­tro il 7% a liv­ello ital­iano. Rispetto ad altre realtà nazion­ali e region­ali, la situ­azione degli immi­grati nel ter­ri­to­rio senese è migliore: è più con­tenuta la pre­senza irre­go­lare e più basso il liv­ello disoccupazione

    migranti-cdm-mpsPer­corsi inno­v­a­tivi e stru­menti per­son­al­iz­zati per i nuovi cit­ta­dini, legati all’esigenza di sen­tirsi parte di una soci­età com­p­lessa. E’ quanto le realtà della provin­cia di Siena offrono ai migranti per favorire l’accesso ai sis­temi di pro­tezione sociale e ai servizi pub­blici. Ma occorre un impegno ulte­ri­ore per intrapren­dere un prog­etto inno­v­a­tivo che favorisca il pas­sag­gio dall’integrazione all’interazione dei “nuovi ital­iani”.

    Su questo argo­mento si sono con­frontati esperti
    e rap­p­re­sen­tanti delle isti­tuzioni locali nel corso della gior­nata di lavoro ded­i­cata al tema dell’immigrazione, orga­niz­zata da Banca Monte dei Paschi e dall’Associazione Corte dei Mira­coli,  mod­er­ata da Fidel Mbanga Bauna, unico gior­nal­ista di orig­ine africana in Italia alla guida di un tg. Un momento di rif­les­sione e dibat­tito, che ha fatto il punto sugli stru­menti già a dis­po­sizione nel ter­ri­to­rio per l’accoglienza dei “nuovi ital­iani” e che ha offerto inter­es­santi spunti per la definizione di un nuovo per­corso di crescita di questi cittadini.

    Alla fine del 2009, ultimi dati disponi­bili, i cit­ta­dini stranieri res­i­denti in provin­cia di Siena erano poco meno di 28.000 e rap­p­re­sen­ta­vano ormai oltre il 10% della popo­lazione com­p­lessiva. Rispetto alla realtà regionale e nazionale, dove gli stranieri rego­lar­mente res­i­denti sono rispet­ti­va­mente il 9% e il 7% (sem­pre alla fine del 2009), nel senese l’immigrazione è quindi un fenom­eno ben più rilevante.

    “Occorre sot­to­lin­eare che, in relazione agli alti indici di vec­chi­aia e ai bassi indici di natal­ità, l’immigrazione si pre­senta come l’unica vera risorsa demografica della provin­cia di Siena: senza l’immigrazione la popo­lazione senese non solo sarebbe dras­ti­ca­mente dimi­nuita ma avrebbe finito per con­cen­trarsi nelle fasce di età oltre i 65 anni – ha osser­vato il pro­fes­sor Fabio Berti, docente di soci­olo­gia delle migrazioni all’Università degli studi di Siena, pre­sen­tando uno stu­dio rel­a­tivo all’immigrazione nella provin­cia di Siena -. La popo­lazione straniera è par­ti­co­lar­mente gio­vane tanto che il 21% degli immi­grati pre­senti ha meno di 18 anni e, tra i soli minorenni, gli stranieri sono quasi il 15% del totale; questo spiega per­ché nelle scuole della provin­cia gli alunni stranieri sono in costante aumento (com­p­lessi­va­mente il 13,5%) e garan­tis­cono in molti comuni la pos­si­bil­ità di man­tenere aperte le scuole ele­men­tari e le scuole medie. Le nazion­al­ità più numerose sono quelle albanese e rumena, con circa 5.500 pre­senze cias­cuna, seguite da quelle marocchina, mace­done, serba, ucraina e polacca, tutte con poco più di 1.000 presenze”.

    Accanto ai corsi di lin­gua ital­iana enti locali, mondo del volon­tari­ato e asso­ci­azioni di pro­mozione sociale prog­et­tano fre­quente­mente momenti di for­mazione indi­vid­uale e col­let­tiva per trasmet­tere la conoscenza della sto­ria e delle tradizioni ital­iane, le modal­ità di ges­tione della quo­tid­i­an­ità e per indi­vid­uare le capac­ità e com­pe­tenze pro­fes­sion­ali mat­u­rate in prece­denza. Il pas­sag­gio dall’integrazione all’interazione va ritrovato pro­prio nella val­oriz­zazione del cap­i­tale umano e sociale e delle speci­ficità indi­vid­u­ali acquisite nel corso del pro­prio vis­suto. E’ questo lo spir­ito che ha carat­ter­iz­zato gli inter­venti dei rap­p­re­sen­tanti di asso­ci­azioni e isti­tuzioni che si sono alter­nati al Santa Maria della Scala e dei cit­ta­dini migranti, che in prima per­sona hanno rac­con­tato sto­rie dif­fi­cili di chi ha deciso di met­tersi in gioco, abban­do­nando la pro­pria terra per affrontare la sfida dell’integrazione in un nuovo paese. Alla tavola rotonda con­clu­siva dell’evento si sono alter­nate sul palco le tes­ti­mo­ni­anze di Anto­nio Vigni, diret­tore gen­erale di Banca Monte dei Paschi di Siena, Giulio Ald­in­ucci, vice pres­i­dente Asso­ci­azioni Corte dei Mira­coli, Enrico Cec­chetti, dep­u­tato della Fon­dazione Monte dei Paschi di Siena, Anna Fer­retti, asses­sore servizi sociali e san­ità del Comune di Siena, Simon­etta Pel­le­grini, asses­sore al wel­fare della Provin­cia di Siena e Mario Marzuc­chi, pres­i­dente di Micro­cre­d­ito di Solidarietà.

    “Con un pat­ri­mo­nio di cli­enti immi­grati supe­ri­ore alle 280mila unità è evi­dente il ruolo sociale del nos­tro Gruppo ban­cario nella polit­ica di inclu­sione finanziaria di queste per­sone – ha affer­mato Anto­nio Vigni, diret­tore gen­erale di Banca Mps -. Per poter rac­cogliere al meglio le istanze prove­ni­enti da un mer­cato sem­pre più esi­gente, abbi­amo svilup­pato un mod­ello relazionale basato su un’offerta di servizi finanziari “aperti” ed inno­v­a­tivi (siamo stati il primo gruppo ban­cario ital­iano ad atti­vare il servizio di rimesse gra­tu­ito). L’offerta ai migranti si con­cretizza con l’intera gamma di conti pre­visti per i res­i­denti in Italia. L’approccio che vogliamo val­oriz­zare è infatti per un’offerta “inclu­siva” e non “esclusiva””.

    “Dalla mia espe­rienza di inseg­nante della scuola d’italiano della Corte dei Mira­coli – ha detto Giulio Ald­in­ucci, vice-presidente della Corte dei Mira­coli e ref­er­ente per il set­tore sociale -, ho mat­u­rato un’impostazione di lavoro che supera il “tradizionale” con­cetto di inte­grazione in un’ottica più dinam­ica, che vede i nuovi cit­ta­dini poter inter­a­gire con il tes­suto sociale nel quale vivono. Ciò è essen­ziale per il pieno con­segui­mento dei diritti di cit­tad­i­nanza. Inve­stire in for­mazione vuol dire inve­stire nel futuro”.

    In base ai dati emersi dallo stu­dio
    una delle carat­ter­is­tiche dell’immigrazione senese è la grande etero­geneità a liv­ello comu­nale tanto per quanto riguarda la sem­plice pre­senza ma anche per quanto riguarda la “con­cen­trazione” dei gruppi nazionali.

    “Per noi sostenere e val­oriz­zare ogni com­po­nente pos­i­tiva della comu­nità locale sig­nifica– ha affer­mato Enrico Cec­chetti, dep­u­tato della Fon­dazione Mps — anche guardare con atten­zione a nuove realtà come quelle di chi ha scelto di far parte della comu­nità senese, pur prove­nendo da realtà diverse e lon­tane. Lo abbi­amo fatto finanziando prog­etti pro­mossi da asso­ci­azioni, in par­ti­co­lar modo locali, che si prodigano, con tanto impegno volon­tario e impor­tanti risul­tati, per agevolare la quo­tid­i­an­ità e l’integrazione degli immi­grati. Lo fac­ciamo anche coin­vol­gendo le comu­nità degli immi­grati (come con il prog­etto Fondazioni4Africa con il Sene­gal) in inizia­tive di cosviluppo che vedono gli immi­grati art­efici di nuove relazioni cul­tur­ali, ma anche eco­nomiche, tra il nos­tro ter­ri­to­rio e quelli di loro provenienza”.

    In alcuni comuni l’immigrazione sta davvero rap­p­re­sen­tando una “riv­o­luzione”: si pensi che a Mon­ti­ciano, per quanto riguarda la fas­cia di età 20–30 anni, gli stranieri sono oltre la metà dei res­i­denti. Per prima cosa una stima dell’irregolarità che, con­trari­a­mente agli allarmi sus­ci­tati dai media e stru­men­tal­iz­zati da una parte della polit­ica, ci dice che gli stranieri privi di per­me­sso di sog­giorno sono meno del 10% rispetto al numero dei rego­lari, por­tando quindi la pre­senza effet­tiva degli stranieri ad oltre 30.000. “Nella nos­tra provin­cia – ha com­men­tato Simon­etta Pel­le­grini, asses­sore al wel­fare della Provin­cia di Siena — l’immigrazione è cresci­uta negli anni in modo con­sis­tente e si pre­senta come un ele­mento strut­turale e sta­bile. La popo­lazione straniera rap­p­re­senta una risorsa: dal punto di vista demografico, sicu­ra­mente, ma anche eco­nom­ico e cul­tur­ale. Come ammin­is­trazione provin­ciale abbi­amo con­tribuito, attra­verso i prog­etti e le inizia­tive legate all’alfabetizzazione lin­guis­tica, ai per­corsi di for­mazione pro­fes­sion­ale e cul­tur­ale, a creare le con­dizioni per un pieno inser­i­mento nella nos­tra soci­età. L’obiettivo che abbi­amo tutti di fronte è quello di con­sol­i­dare una comu­nità plu­rale in cui le diver­sità rap­p­re­sen­tano una ric­chezza e di costru­ire per­corsi per la piena cittadinanza”.

    Selezio­nando tra le molte infor­mazioni ottenute con l’indagine cam­pi­onaria, vale la pena ricor­dare alcuni dati di natura “eco­nom­ica: il 35% degli inter­vis­tati ha dichiarato un red­dito infe­ri­ore agli 800 euro men­sili, il 32% un red­dito com­preso tra 800 e 1000 euro e il 33% di oltre 1000 euro. Tut­tavia riman­gono forti dif­ferenze di genere: se guardiamo la situ­azione della sola com­po­nente fem­minile, col­oro che riescono a super­are la soglia dei 1000 euro sono appena il 13,5%. “L’attività di sostegno ai migranti – ha sot­to­lin­eato Mario Marzuc­chi, pres­i­dente del Micro­cre­d­ito di Sol­i­da­ri­età -, si tra­duce non solo nell’esame e nella con­ces­sione di prestiti per sod­dis­fare bisogni pri­mari ma anche nel segui­mento e nell’assistenza dei soggetti, in un per­corso che sia di pro­gres­sivo avvic­i­na­mento  all’inclusione sociale. Le esi­genze  mag­gior­mente finanzi­ate in questi ultimi anni vanno dall’ acquisto di  mobili e sup­pel­let­tili  all’ avvio di  una micro attiv­ità impren­di­to­ri­ale, dall’ affitto di un allog­gio all’acquisto di una pic­cola auto per recarsi al lavoro. In questi tre anni abbi­amo esam­i­nato ben 672 domande pari ad una richi­esta di prestiti supe­ri­ore a 800mila euro. Com­p­lessi­va­mente nei cinque anni di oper­a­tiv­ità, la soci­età ha erogato finanzi­a­menti per circa 1,5 mil­ioni di euro,  a fronte di 922 richi­este, di cui  327 prove­ni­enti da donne migranti”.

    Sem­pre sec­ondo lo stu­dio sull’immigrazione a Siena alcuni dati sulla situ­azione abi­ta­tiva dicono che se oltre la metà (52,5%) degli inter­vis­tati vive in un’abitazione in affitto con la pro­pria famiglia, il 10% ha già avuto l’opportunità di acquistare una casa (gli altri vivono situ­azioni abi­ta­tive meno con­sol­i­date, con il 35% in affitto in coabitazione con altri con­nazion­ali e la restante parte in situ­azioni temporanee).

    Infine la situ­azione occu­pazionale: com­p­lessi­va­mente il 36,5% svolge un lavoro autonomo rego­lare o è dipen­dente a tempo inde­ter­mi­nato, il 28% ha un con­tratto a tempo deter­mi­nato o  para­sub­or­di­nato, il 12% lavora in modo con­tin­u­a­tivo ma irre­go­lar­mente men­tre i dis­oc­cu­pati veri e pro­pri sono poco più del 10%.

    Rispetto ad altre realtà nazion­ali e region­ali, in provin­cia di Siena la situ­azione degli immi­grati è  migliore: è più con­tenuta la pre­senza irre­go­lare e più basso il liv­ello dis­oc­cu­pazione. Occorre sot­to­lin­eare inoltre l’assenza di forme di seg­regazione urbana, ris­chiose per l’integrazione, anche se ancora molti immi­grati vivono situ­azioni di disaGIO.

     

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