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19/ 4/ 2024 ------ 15:18

 

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Immigrati, la tassa sarà per intero ma i permessi dureranno più a lungo!

     

    Le altre novità che si annun­ciano: chi perde il lavoro avrà più tempo per cer­carne un altro, dai sei mesi attuali, a un anno. Ci sarà il per­me­sso illim­i­tato per chi dimostr­erà di avere una famiglia che lo sostiene.

    Resta la tassa, si allungano i per­me­ssi.
    È la “riv­o­luzione” annun­ci­ata dal Vim­i­nale: basta rin­novi e sca­denze ravvi­c­i­nate nel tempo, i per­me­ssi di sog­giorno dur­eranno più a lungo (anche il doppio). Non solo. Chi perde il lavoro avrà più tempo per cer­carne un altro (il per­me­sso per attesa occu­pazione passa da sei mesi a un anno) o un per­me­sso illim­i­tato se ha un con­testo famil­iare che garan­tisca il suo sos­ten­ta­mento. E la nuova tassa fir­mata Maroni-Tremonti 1? Si pagherà per intero, ma meno spesso. Ecco i punti della bozza alla quale stanno lavo­rando in queste ore i tec­nici dei min­is­teri dell’Interno e del Lavoro: sulla vita dei migranti si annun­cia l’intervento più rad­i­cale dai tempi della Bossi-Fini 2.

    La stan­gata Maroni-Tremonti.
    Ad offrire lo spunto per riv­o­luzionare la mate­ria è il decreto Maroni-Tremonti, entrato in vig­ore il 30 gen­naio scorso: col provved­i­mento nasce una nuova tassa (tra 80 e 200 euro, a sec­ondo del tipo di per­me­sso) per gli immi­grati che inten­dono richiedere il rin­novo o rilas­cio dei doc­u­menti. Un balzello che si va ad aggiun­gere alle altre spese già sostenute per la prat­ica: 27,50 euro per il rilas­cio del per­me­sso elet­tron­ico, 30 euro per il servizio delle Poste e 14,62 euro in marca da bollo.

    La “riv­o­luzione” dei per­me­ssi.
    Il gov­erno Monti, ered­i­tata la stan­gata, ha prefer­ito met­tere mano all’intera mate­ria dei per­me­ssi di sog­giorno, piut­tosto che inter­venire sulla nuova tassa (il cui man­cato introito potrebbe per­al­tro con­fig­u­rarsi come danno erar­i­ale per la Corte dei Conti). “La norma che sti­amo met­tendo a punto — ha annun­ci­ato il 1° feb­braio il min­istro dell’Interno, Anna­maria Can­cel­lieri, alla com­mis­sione Affari Cos­ti­tuzion­ali della Cam­era — riv­o­luzion­erà com­ple­ta­mente il sis­tema dei per­me­ssi”. E, stando alle prime indis­crezioni che arrivano dai min­is­teri com­pe­tenti, l’annuncio potrebbe presto realizzarsi.

    In arrivo i max­iper­me­ssi.
    Innanz­i­tutto si lavora ad allun­gare i per­me­ssi di sog­giorno: di tutti, da quelli della durata di tre mesi, a quelli che scadono dopo due anni. Tra le varie ipotesi sul tavolo, si mira anche a rad­doppi­arne la durata. Un modo per ridurre la nuova tassa Maroni-Tremonti, che rimane in piedi ma verrà pagata meno fre­quente­mente (visto il pro­l­un­garsi dei per­me­ssi): una risposta alle richi­este dei sin­da­cati, Cgil, Cisl e Uil, che hanno più volte man­i­fes­tato con­tro la nuova stan­gata. Un modo anche per sem­pli­fi­care la vita dei migranti, alle prese ogni anno con la buro­crazia dei permessi.

    Un anno per cer­care un nuovo lavoro.
    Il gov­erno prevede di allun­gare a un anno la durata del per­me­sso di sog­giorno per attesa occu­pazione. “Un anno di tempo o più in caso di cassa inte­grazione, inden­nità di dis­oc­cu­pazione e ammor­tiz­za­tori sociali, invece di sei mesi”, con­ferma il sot­toseg­re­tario al Wel­fare, Maria Cecilia Guerra. Oggi chi perde il lavoro ha solo sei mesi di tempo per cer­carne un altro, pena la sca­denza del per­me­sso. “Sei mesi per ritrovare un lavoro mi sem­brano pochi — aveva detto anche il pres­i­dente della Cam­era, Gian­franco Fini nel mag­gio 2010 — vista la con­giun­tura eco­nom­ica andrebbe pre­visto almeno un anno”. E ancora: “Un’altra norma che por­ti­amo avanti — spiega Cecilia Guerra — per­me­t­terebbe di non far scadere il per­me­sso di sog­giorno a quegli immi­grati che per­dono il lavoro e che si trovano in un con­testo famil­iare in grado di garan­tire il sosten­i­mento eco­nom­ico. Il per­me­sso di sog­giorno non scadrebbe finché c’è la pos­si­bil­ità di un mantenimento”.

    Pratiche via e-mail.
    E ancora: per accel­er­are le pratiche si spinge sui per­me­ssi elet­tron­ici e l’uso di inter­net. Un pro­gramma infor­matico con­sen­tirà, nello stesso momento in cui si for­mula la domanda online, di ottenere gli appun­ta­menti nec­es­sari al dis­brigo della prat­ica. Si par­tirà a giorni, assi­cura il min­istro Can­cel­lieri, “appena sarà pronto il soft­ware per ren­dere del tutto oper­a­tivo il sis­tema che con­sen­tirà di alleg­gerire le pratiche e con­trarre i tempi”. Si pensa anche alla pos­si­bil­ità di bypas­sare le Poste, attra­verso l’utilizzo della posta elet­tron­ica cer­ti­fi­cata per i migranti che ne dispon­gono. Resta però sul tavolo il prob­lema della sicurezza della pro­ce­dura via email, visto il ris­chio con­traf­fazioni: oggi Poste rilas­cia una rice­vuta all’atto di pre­sen­tazione della domanda dif­fi­cil­mente fal­si­fi­ca­bile (gra­zie al codice ologramma).

    I tempi?
    Dai min­is­teri com­pe­tenti rispon­dono che la “riv­o­luzione” dovrebbe essere pronta in dieci giorni. E se per accel­er­are l’iter delle pratiche basterà un decreto min­is­te­ri­ale, per l’allungamento dei per­me­ssi si dovrà inter­venire con una mod­i­fica di legge.

    Il plauso delle asso­ci­azioni.
    “Così facendo il gov­erno andrebbe incon­tro alle richi­este avan­zate da tutte le asso­ci­azioni, dall’ARCI 3, alla Car­i­tas 4 — spiega Pino Gulia, respon­s­abile immi­grazione del patronato Acli 5 — per­ché l’integrazione passa anche da queste scelte che danno respiro agli immi­grati, sia dal punto di vista eco­nom­ico, che burocratico”.

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